L’approccio non giudicante verso noi stessi, cioè “mi accetto totalmente per come sono ora”, ci dice in modo cristallino se stiamo bene e se stiamo sfruttando al meglio i nostri talenti o se ci sono delle piccole o grandi modifiche da apportare alla nostra vita per essere sempre più felici, perché anche questo va ammesso: vogliamo essere felici e non vi è assolutamente nulla di male!
Ringrazio il 2020 che è stato un anno a dir poco bizzarro, ma che mi ha dato tanto, tantissimo!
Come molti di voi, ho iniziato a lavorare su me stessa per stare meglio, cercavo lo “star bene”, una soluzione ai problemi auspicandomi che fosse una soluzione definitiva.
C’è chi inizia e dopo poco si ritira perché non si sente in linea con l’insegnamento che sta seguendo e ne cerca altri, c’è chi abbandona per sempre, c’è chi “va e viene”, chi si prende del tempo per lasciar sedimentare quanto apprende e chi si tuffa nelle pratiche ed esercizi come un missile.
Questo è il bello di tutte le nostre diversità, cosa che negli anni ho imparato ad apprezzare sempre di più.
Ma non vanno dimenticate tutte le persone che non fanno un lavoro su loro stesse, o almeno non nelle modalità che intendiamo noi, perché seguono dottrine diverse, così come non vanno dimenticate (escluse) le persone che non fanno, in nessun modo, un lavoro di tipo ‘spirituale’, ma che comunque badano a migliorare la loro vita per stare sempre meglio e per far stare sempre meglio chi sta loro accanto.
Insomma, tutti siamo chiamati a vivere e so che ciascuno lo fa al meglio, in base alle proprie caratteristiche, attitudini, in base al proprio passato e a ciò che vuole dalla propria vita.
Sentirsi in sintonia con una filosofia, piuttosto che una dottrina o un insegnamento è ciò che ci porta su una strada piuttosto che un’altra e capita, a volte, che facciamo di tutto (sperando appunto di poter stare bene) per allinearci a quello che per noi rappresenta un salvagente. Ad esso ci aggrappiamo, per esso combattiamo, facciamo sforzi e sacrifici e poi può accadere che ci affidiamo totalmente ad una dottrina, dimenticandoci di sentire se nel nostro profondo siamo o meno in linea con essa, ossia possiamo perdere di vista l’allineamento con noi stessi.
Ciò che Intendo dire è che, per onore della causa (es. devo evolvere), ho visto nelle persone ma a volte è accaduto anche in me, che ci si può “perdere” nel “tentativo di ritrovarsi”….ma rimanere completamente persi.
È un po’ come sposarsi con qualcuno che inizialmente amiamo, ma poi negli anni rimanere con quella persona non più per amore, ma per abitudine. Questo implica il costante appassire anziché il crescente fiorire, quindi invece di riempirsi di luce ci si spegne sempre di più e, per restare nella metafora, per non sentire il proprio spegnimento si accendono intorno sempre più lampadine per convincersi che ‘siamo nella luce’, che sia sulla strada giusta.
Ecco perché ritengo importante ricordare che non si debba mai smettere di interrogarsi interiormente su CHI SIAMO.
L’approccio non giudicante verso noi stessi, cioè “mi accetto totalmente per come sono ora”, ci dice in modo cristallino se stiamo bene e se stiamo sfruttando al meglio i nostri talenti o se ci sono delle piccole o grandi modifiche da apportare alla nostra vita per essere sempre più felici, perché anche questo va ammesso: vogliamo essere felici e non vi è assolutamente nulla di male!
Se affondo il mio cuore nel mio sentire so cosa è meglio per me. Ciascuno sa cosa è bene per sé, più di qualunque altro, è vero che a volte ci sembra di brancolare nel buio, ma resta il fatto che la miglior luce per noi stessi possiamo fornircela solo noi. Il lavoro dobbiamo farlo noi e non vi è motivo per cui questo lavoro debba relegare nell’oblio il piacere, la leggerezza, il divertimento, la pausa, la fragilità...
Si può tendere verso coloro che riteniamo più grandi, ad es. i Maestri che tanto ammiriamo, ma senza dimenticare o tradire noi stessi, senza dimenticare di avere cura di noi.
Venendo da un’educazione e da un passato di un certo tipo, vi confesso di essere stata molto devota alla fatica e al sacrificio, ma ho compreso che bistrattare, ledere o addirittura distruggere la personalità in nome di un ideale, non è cosa sana.
Il nostro sentire non odia la personalità e non la ritiene una schifezza immonda, al contrario la comprende e la ama. Sa che ogni nostro meccanismo è il meglio che ci possa essere, ne vede la perfezione ed è proprio questo che ci permette di crescere: ogni volta che ci accettiamo saliamo di un gradino.
Non dar retta al proprio sentire è come demolire il divino che è in noi.
Gli altri ci possono dare dei consigli, raccontarci la loro esperienza, spiegarci ciò che è servito a loro (come per esempio faccio io), ma la cosa fondamentale è SCOPRIRE CHI SIAMO E RICONOSCERCI PERFETTI QUI, ORA.
Se credete:
a) di non poter raggiungere i “livelli di Gesù”
o
b) che per compiere le sue opere dovete solo faticare
o
c) che dovete castigare la vostra personalità, costringendola al cambiamento forzato
…allora può darsi che ve ne manchi un pezzo, a meno che tutto questo non vi faccia stare bene.
Se state bene, va tutto bene, ci mancherebbe!
Ma se così non fosse, potete provare ciò che più ritenete opportuno, senza però dimenticare di ascoltarvi e questa è una delle cose più difficili. Ascoltarsi a volte vuol dire sentirsi soli e mal compresi, ma ‘costruirsi’ significa anche sdoganarsi dalla dipendenza di dover pensare come pensa Tizio o Caio.
Dio (il Padre, la vita, l’Uno, …) non duplica MAI, non si ripete mai, dunque non può volerci UGUALI A… né uguali a un Maestro né uguali al vicino di casa.
Perché creare ogni singolo giorno un'alba diversa per poi creare uomini che devono diventare tutti uguali? Non avrebbe senso!
Tendere verso un insegnamento significa incarnare tale insegnamento per come noi siamo fatti, perché essendo creature divine è insito in noi il fatto che non possiamo essere uguali a nessuno, sennò Dio avrebbe creato tre o quattro Maestri e basta. Invece, Egli crea ad ogni istante, sforna profili di esseri umani senza mai stancarsi di mettere in essi infinite (non una o due) particolarità che caratterizzano ciascuno rispetto a tutti gli altri… possibile non commuoversi dinnanzi a tutto ciò?
La cura di Dio scorre nelle nostre vene, l’attenzione che ha posto su noi è nelle nostre ossa, la dedizione e l’efficienza sta nei nostri organi e la sua creatività sfocia nei nostri volti, e tutto questo solo per parlare del piano fisico, immaginatevi quanto impegno per il nostro emotivo e mentale!!!
Per cui, sono certa che non devo assomigliare a nessuno, pur ammirando coloro che riconosco ‘grandi’ rispetto a me.
Io sono tenuta ad ascoltarmi e poi scegliere.
Negli anni ho incontrato molte persone e sono sempre molto contenta quando qualcuno mi scrive o mi dice che sente di dover esplorare altre strade e che il lavoro con me è terminato. Mi commuovo per la forza che le persone hanno di sperimentare, di partire, di affrontare viaggi ed è per questo che mi auguro che nessuno resti al mio fianco per farmi piacere né credendo che io sia l’unica possibilità.
Io sono una tra le infinite possibilità, quindi sono felice se voi andate e sondate le altre, soprattutto se sentite vi possano far stare meglio!
Penso spesso a Gesù e ai suoi primi passi, come anima intendo, e immagino che per essere Gesù, ha passato ciò che stiamo passando noi. Ha dovuto accettare di sé ogni cosa ed amarla incondizionatamente.
Come avrebbe fatto sennò a sacrificare la propria vita per questo pianeta?
Come avrebbe potuto Gesù vivere la propria Passione e Crocifissione senza essere nella Gioia? Senza essere allineato con se stesso e il proprio sentire?
Ciò che ha fatto lo ha fatto per noi, ma lo ha fatto amandoci, non maledicendo le sventure che ha incontrato sul suo cammino…e AMARE significa GIOIRE. Non si può amare ed essere tristi.
Ma vi dirò di più: pensate mica che Gesù si sia svegliato una mattina e che, prendendo una piallata in testa, tutto gli sia comparso bello e perfetto? Ha dovuto anche lui, nel suo percorso (di vita in vita) ascoltarsi, fermarsi, accettarsi e amarsi, seguendo le proprie modalità e i propri tempi.
Ora, per quale motivo noi non dovremmo fare lo stesso? Se lui ha agito nella gioia, anche noi possiamo fare altrettanto, vi ricordo che lo ha detto lui, Giovanni 15:11 “Questo vi ho detto perché la mia gioia sia in voi e la vostra gioia sia piena.”
...seguirà la seconda parte: ALLINEATA CON ME STESSA parte seconda
Con amore,
Paola
Vi ricordo i miei prossimi appuntamenti:
💎 "I MISTERI DELLA GIOIA" webinar - 23 gennaio 2010 @14.30-18.30
Chantal Dejan, titolo intervento: “La Gioia del Dolore”
Giovanna Garbuio, titolo intervento “La via della Gioia nella propria missione di nascita”
Alessandro Baccaglini, titolo intervento: “Le Nozze Sacre: la Gioia dell’Unione”
Paola Costa, titolo intervento, “Nati per gioire”
Per info e prenotazione: imisteridellagioia@gmail.com
tel. 347.5444348 / 338.7488353
💎 "LA COPPIA: UN TUFFO NELL'IGNOTO PER CONOSCERE DIO"
webinar - 14 febbraio 2021 @ 15:00-18:00
Maggiori info: https://www.risveglioinbellezza.com/eventi
Info e iscrizione: risveglioinbellezza@gmail.com
Comments